di: Assunta Lisa Carulli e Flora Fullone
EyesReg, Vol.9, N.6, Novembre 2019
La forte interconnessione tra le attività socio-economiche (o più in generale antropiche) e l’utilizzo delle risorse ambientali ha portato ad una sempre più importante integrazione tra gli schemi di contabilità economica e gli schemi di contabilità ambientale.
Nel contesto dei conti ambientali, assumono particolare rilievo i conti dei flussi di materia relativi agli scambi di materia fra il sistema naturale e il sistema economico in un determinato ambito territoriale. Essi comprendono tutti i materiali solidi, liquidi e gassosi fatta eccezione per i flussi di aria e di acqua e misurano i flussi di input/output dei materiali e le variazioni degli stock, in unità di massa per anno.
La metodologia di analisi utilizzata a livello di intera economia è la MFA (Material Flow Analysis) con cui si rappresenta la gestione delle risorse naturali e la pressione che il sistema naturale subisce a fronte dello sviluppo economico del sistema antropico (Eurostat, 2018). Tale metodologia si basa sul principio fisico di conservazione della massa: “nulla si crea e nulla si distrugge”, vale a dire che la massa entrante in un sistema socioeconomico si bilancia in maniera esatta con quella uscente, a meno delle variazioni degli stock. La MFA quantifica questo tipo di bilancio e ne permette un’attenta analisi attraverso la definizione di opportuni indicatori, confrontabili con analoghi indicatori di carattere economico (Cervigni & all. UVAL 2005). A livello nazionale, l’Istat compila, a cadenza annuale, i conti dei flussi di materia relativi all’intera economia italiana e rende disponibile l’indicatore che misura l’utilizzo ed il consumo di materia a livello nazionale. Data la sempre più frequente richiesta di informazioni a livello sub-nazionale, l’Istat ha anche sperimentato la compilazione di conti di flussi di materia su scala regionale per coadiuvare le regioni e le amministrazioni locali nella programmazione delle attività e ampliare le misurazioni del “Benessere equo e sostenibile” con un’articolazione almeno regionale degli indicatori, anche nella dimensione Ambiente.
La finalità principale è quella di costituire una base di dati che permetta di valutare l’andamento nel tempo del consumo di risorse nella regione o le quantità di risorse estratte, importate ed esportate. A tal fine, sono contabilizzate:
- le estrazioni interne di materiale suddivise in: biomassa, minerali metalliferi intesi come minerali grezzi, minerali non metalliferi, materiali e vettori energetici fossili;
- i flussi di ingresso nella regione di materiali provenienti dall’estero e dalle altre regioni italiane, suddivisi in: 1. biomassa e prodotti da biomassa; 2. materiali e vettori energetici fossili, grezzi e trasformati; 3. minerali metalliferi e non metalliferi grezzi e trasformati; 4. prodotti chimici, articoli in gomma e materie plastiche; 5. materie prime secondarie, rifiuti urbani e altre merci; 6. macchine e apparecchi meccanici, elettrici, televisivi, apparecchiature per comunicazioni, mezzi di trasporto;
- i flussi in uscita dalla regione, di materiali diretti alle altre regioni italiane e all’estero, suddivisi nelle stesse categorie dei flussi di import. Le importazioni e le esportazioni includono tutti i prodotti a qualunque stadio della trasformazione da materia prima a prodotto finito
Le fonti principali sono costituite dalle rilevazioni dell’Istat e da dati amministrativi e statistici forniti da altri Enti Sistan (ministeri, istituti di ricerca, regioni) che hanno consentito di stimare, a partire dall’anno 2015, i flussi di estrazione, di import e di export su scala regionale.
L’estrazione sul territorio italiano per il 2015 è pari a 352,17 milioni di tonnellate, comprensivo di combustibili fossili prelevati in mare e costituita per il 68% da minerali estratti da cave e miniere; per il 3% da materiali e vettori energetici fossili (gas, petrolio, carbone) e per il 29% da biomassa (prodotti delle coltivazioni, residui utilizzati delle coltivazioni, legname tagliato nei boschi pesca, miele). I dati sono provvisori e potrebbero subire delle variazioni a seguito della revisione delle stime di contabilità nazionale attualmente in corso. È attualmente previsto un aggiornamento della serie storica nel 2020.
Figura 1 – Estrazione interna in Italia – Anno 2015
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
Oltre il 52% della biomassa è prelevata nelle regioni del nord, in particolare in Lombardia ed Emilia Romagna, il 12% della quantità al centro ed il 36% nelle regioni del sud, in particolare Puglia, Campania e Sicilia.
Figura 2 – Estrazione di biomassa in Italia – Anno 2015
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
In riferimento all’estrazione di minerali da cave e miniere, circa il 47% della quantità è prelevata nelle regioni del nord, in particolare Lombardia e Veneto; il 22% nelle regioni del centro Italia ed il 31% nelle regioni del sud, in particolare Puglia, Campania e Sicilia.
Figura 3 – Estrazione Interna di Minerali da cave e miniere – 2015
Fonte: Elaborazione contabilità nazionale Istat.
L’estrazione di minerali e vettori energetici fossili, in particolare di gas, petrolio e carbone sulla terraferma, avviene per il 96% nelle regioni del sud (Basilicata e Sicilia) ed il restante 4% in Emilia Romagna, Piemonte e Marche.
Figura 4 – Estrazione interna di vettori energetici fossili sulla terraferma – 2015
Fonte: Elaborazione su dati del Ministero dello Sviluppo Economico.
Nella Basilicata, l’estrazione interna di risorse è pari a 10,45 milioni di tonnellate di cui il 38% è costituito da minerali estratti da cave e miniere che confluiscono nel settore delle costruzioni; il 46% da materiali e vettori energetici fossili (gas, petrolio, carbone) e il 16% da biomassa.
La Basilicata estrae circa il 2% del totale della biomassa prelevata sul territorio italiano, per un totale di circa 1,7 milioni di tonnellate. La parte preponderante è costituita dalle coltivazioni agricole (cereali, ortaggi, frutta) e dai residui utilizzati delle coltivazioni (Motola & all., ENEA 2009).
Figura 5, Tabella 1 – Composizione della biomassa estratta in Basilicata, anno 2015 (milioni di tonnellate)
Fonte: Elaborazione su dati Istat.
Nel 2015 sono stati estratti in Basilicata 4,8 milioni di tonnellate di vettori energetici fossili, pari al 76% del totale nazionale estratto sulla terraferma. In particolare, sono stati estratti 3,8 milioni di tonnellate di petrolio e 1.527 milioni di metri cubi standard di gas.
Figura 6, Tabella 2 – Estrazione di idrocarburi in Basilicata, anno 2015 (milioni di tonnellate)
Fonte: elaborazioni su dati del Ministero dello Sviluppo Economico
I flussi di materia in ingresso/uscita sono valutati in base al contributo dell’import/export dall’estero ed al contributo del materiale importato/esportato dalle altre regioni italiane: l’import è pari a 3,96 milioni di tonnellate di materia di cui l’11% dall’estero e il restante 89% dalle altre regioni italiane. I flussi di export sono pari a 9milioni di tonnellate, di cui circa il 12,2% verso l’estero e il restante 87,8% verso le altre regioni italiane. La Basilicata ha dunque un export netto positivo, pari a 5 milioni di tonnellate, costituito in prevalenza da materiali e vettori energetici fossili grezzi e trasformati (77,9%), biomassa e prodotti da biomassa (16,9%).
I principali indicatori dei conti dei flussi materia calcolati dall’Istat e relativi alle pressioni del sistema economico sull’ambiente naturale sono:
– il Direct Material Input (DMI) ossia la quantità totale di risorse naturali, estratte all’interno della regione e importate, che entra nel sistema economico per essere successivamente trasformata e/o commercializzata, pari in Basilicata a circa 14,4 milioni di tonnellate
– il Domestic Material Consumption (DMC) ossia il consumo interno di materia, calcolato a partire dal DMI, al netto delle esportazioni pari a 5,49 milioni di tonnellate. Il valore pro capite è pari a 9,37 tonnellate, leggermente più alto del valore medio nazionale;
– il Physical Trade Balance (PTB) ossia la bilancia commerciale fisica calcolata come differenza tra la quantità di materia importata e quella esportata; esso misura il deficit o il surplus dei flussi di materia diretti del commercio di una economia.
Il saldo della bilancia commerciale fisica in Basilicata nel 2015 è negativo e pari a circa -5 milioni di tonnellate, al quale contribuiscono tutte le categorie di merci e prodotti ed in maniera predominate la macro categoria “materiali e vettori energetici fossili”.
Nell’ Abruzzo, l’estrazione interna di risorse è pari a 8,3 milioni di tonnellate di cui il 65% è costituito da minerali estratti da cave e miniere che confluiscono nel settore costruzioni; il 2% da materiali e vettori energetici fossili (gas, petrolio, carbone) e il 33% da biomassa.
Nell’anno 2015, in Abruzzo si estrae circa il 3% della biomassa prelevata sul territorio nazionale, per un totale di 2,95 milioni di tonnellate di cui la maggior parte costituita da coltivazioni agricole (ortaggi, frutta) e colture foraggere (ISPRA,2010).
L’estrazione di minerali e vettori energetici fossili non è elevata: circa 17 mila tonnellate gas, che rappresenta lo 0,3% del totale nazionale estratto sulla terraferma. La percentuale di materiale da cave e miniere estratta è invece molto alta, circa 5 milioni di tonnellate, pari al 2,2% dell’estrazione nazionale. Nell’anno 2015, il saldo import/export in Abruzzo è positivo ed è pari a 1,9 milioni di tonnellate di cui la maggior parte è costituita da materiali e vettori energetici fossili, grezzi e trasformati e da biomassa. Il principale indicatore dei conti dei flussi di materia ossia il consumo di materiale interno alla regione (DMC) è pari a 10 milioni di tonnellate con un valore pro-capite pari a 7,7 tonnellate, leggermente più basso del valore medio nazionale. La bilancia commerciale fisica risulta positiva con un surplus di materia importata e trasformata all’interno della regione (materiali energetici fossili, biomassa e prodotti da biomassa).
Figura 7 – Estrazione interna in Abruzzo – anno 2015 (milioni di tonnellate)
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
Figura 8 – Saldo Import – Export in Abruzzo 2015 (milioni di tonnellate)
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
In conclusione si registra che, pur essendoci una minima variazione nel valore pro-capite del consumo interno di materia fra le due regioni:
• la Basilicata è essenzialmente una regione produttrice di risorse che vengono consumate in economie esterne; è l’unica regione italiana in cui il saldo della bilancia commerciale fisica nel 2015 misura un saldo negativo pari a -5 milioni di tonnellate, al quale contribuiscono tutte le categorie di merci e prodotti ed in maniera predominate la macro categoria “materiali e vettori energetici fossili”;
• al contrario, la bilancia commerciale fisica in Abruzzo, nell’ anno 2015, è positiva: in linea con l’andamento italiano, la regione registra un surplus dei flussi di materia importata in regione, principalmente di materiali energetici fossili, biomassa e prodotti da biomassa.
Assunta Lisa Carulli e Flora Fullone, Istat
Riferimenti bibliografici
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Di Palma M., Falcitelli F., Femia A. (2005) Environmental Accounting as a Tool for Defining and Assessing Public Policies. In CLEUP (ed): Atti convegno intermedio SIS 2005 – Statistica e ambiente. Padova. 42-52.
Eurostat (2018), Economy-wide material flow accounts. Luxembourg: Publications Office of the European Union, Handbook, 12-31
Eurostat (2013) Economy-wide material flow accounts. Compilation Guide 2013. Luxembourg: Publications Office of the European Union, Compilation Guide 2013, 10-31
ISPRA (2010) Studio sull’utilizzo di biomasse combustibili e biomasse rifiuto per la produzione di energia. Roma: ISPRA – Settore Editoria, Rapporti 111/2010, 121-144
ISPRA ex ANPA (2001) I rifiuti del comparto Agroalimentare. Roma: Osservatorio nazionale sui rifiuti – Rapporti 11 / 2001, 17-32
Motola V., Colonna N., Alfano V., Gaeta M., Sasso S., De Luca V., De Angelis C., Soda A., Braccio G. (2009) Censimento potenziale energetico biomasse, metodo indagine, atlante Biomasse su WEB-GIS. Roma, ENEA: Report RSE/2009/167.