di: Alberto Dell'Acqua
EyesReg, Vol.5, N.2 – Marzo 2015.
Perché misurare l’impatto economico di una Esposizione Universale? Perché produrre un modello apposito per farlo? Perché darne ampia diffusione? Essendo Expo 2015 un grande evento mondiale che sarà realizzato come una sorta di “parco tematico” le risposte a queste domande potrebbero sembrare una ulteriore attrazione predisposta per i visitatori. Una sorta di giostra a cui tutti possono iscriversi (ed in molti infatti lo hanno fatto). Numerose risposte a queste domande, alcune figlie di utili riflessioni, altre scaturite in un week end sulla scia di una speculazione mediatica, altre nascenti da un fiero atteggiamento di arroganza e di disprezzo, altre ancora solo frutto di conversazioni “da bar” ed altre meschinità. Le domande sono però molto opportune e meritano di essere trattate con la giusta attenzione e con un attento ascolto. Misurare l’impatto economico di un grande evento come Expo significa innanzitutto comprenderne meglio i contenuti sul piano collettivo e sociale che transitano, in una accezione ancor più pragmatica, dal tema economico. L’ “economia di Expo” non è altro che un’analisi dei molteplici livelli di incidenza economica del grande evento e dei suoi risvolti sul tessuto sociale e territoriale. Il modello che la misura produce stime, necessarie per comprendere il potenziale economico collegato, ed al tempo stesso serve come utile strumento di guida per orientare l’azione degli attori istituzionali. Questi ultimi devono infatti fare quanto possibile per mettere i vari attori del sistema economico, e più in generale la società, nelle condizioni per realizzare il potenziale estraibile.
Queste sono le principali risposte alle precedenti domande, riassumibili in 3 concetti chiave: conoscenza, misurazione e gestione. Con queste finalità ho ricevuto nel 2012 l’incarico di coordinare un gruppo di ricercatori che avevano già svolto in passato alcuni studi preliminari riguardanti l’analisi economica di Expo 2015 (Dell’Acqua e Etro, 2008; Senn, 2010). Rispondere tecnicamente alle domande iniziali non è però stato semplice. Nessun modello per misurare l’impatto economico di una Esposizione Universale era infatti rintracciabile nella letteratura di riferimento e negli studi applicati di riferimento nel novero dei c.d. business impact study. Per essere più precisi, pur avendo a disposizione varie metodologie (tra cui i modelli Input-Output, frequentemente impiegati per l’analisi economica di grandi opere infrastrutturali e per gli studi economici regionali, e le metodologie dei Moltiplicatori economici, utilizzate in alcune applicazioni per gli studi economici dei grandi eventi) non possedevamo un modello di analisi che esplicitasse i diversi livelli su cui una Esposizione Universale incide. In particolare era necessario definire un framework, ossia un campo di misurazione all’interno del quale inserire ed applicare i metodi di misurazione economica. Gli studi disponibili in letteratura erano circoscritti all’analisi di impatto economico di altri grandi eventi internazionali, di carattere sportiva e di durata ridotta come Olimpiadi o Mondiali di Calcio (Baade e Matheson, 2004; Blake, 2005; Clark, 2003; Li e Blake, 2009; Kontokosta, 2011).
Il primo passo è stato quello di lavorare sul primo dei concetti-chiave: la conoscenza. Abbiamo dovuto conoscere meglio il modello di Esposizione Universale che avevamo di fronte, che nella versione di Milano ha assunto connotazioni specifiche. Il modo migliore per farlo è stato di confrontarci direttamente con gli attori istituzionali chiamati sia ad organizzare Expo 2015 sia a gestirne i possibili impatti sul territorio circostante (la società Expo 2015 S.p.A. e la Camera di Commercio di Milano). Dall’incontro e dal dialogo con questi attori è emerso un modello di lettura condiviso dell’evento espositivo, in piena armonia con la logica più ampia di condivisione e co-progettazione che ha caratterizzato e caratterizzerà l’evento milanese. Il modello che è stato messo a punto è quello riportato in Figura 1.
Figura 1. – Il modello per la misurazione dell’impatto economico di Expo 2015
Nel modello rappresentato come un quadro che contiene all’interno altri quadri, come fosse un’opera strutturale astratta, sono inseriti e classificati i diversi livelli di impatto. Del primo livello (“I livello”) fanno parte quelli impatti di più facile lettura, facilmente comprensibili, misurabili e rendicontabili. Sono cioè tutti gli impatti relativi alle attività proprie di organizzazione e gestione dell’evento da parte della società Expo 2015 S.p.A. (1. gli investimenti per la realizzazione del sito, 2. i costi di gestione dell’evento presso il sito dell’esposizione, 3. gli investimenti dei paesi partecipanti sul sito espositivo). Nel secondo livello (“II livello”) sono ricompresi alcuni livelli di impatto che travalicano il semplice rendiconto della società di Expo 2015 S.p.A. ed afferiscono agli effetti indiretti (forniture investimenti di aziende fornitrici) e indotti (consumi attivati) dalle attività descritte nel “I livello”. Nel secondo livello sono inoltre ricompresi gli effetti economici dei flussi turistici collegati ai visitatori attesi all’evento. Infine nel terzo livello sono riportati gli effetti di più lungo respiro e relativi ad un incidenza più strutturale, meno estemporanea e di grande rilevanza di un grande evento internazionale. Gli effetti di questo “III livello”, identificati sotto la denominazione di “Legacy”, ossia eredità, sono ascrivibili ad alcune incidenze permanenti che l’evento potrà lasciare: 1. nuove imprese nate sulla spinta dell’evento, 2. valorizzazione del patrimonio immobiliare, 3. l’incremento degli investimenti diretti esteri, 4. la crescita di attrattività turistica.
A questo punto abbiamo potuto agire sul secondo concetto chiave: misurazione. All’interno di questo campo di indagine sono stati applicati i criteri di misurazione dell’impatto economico seguendo un metodo del tipo Input-Ouput. I risultati dell’analisi economica preliminare sono stati prodotti e diffusi nel Dicembre 2013. Le stime più salienti parlavano di una produzione aggiuntiva (volume d’affari dell’evento) pari a 23,6 miliardi di euro (che saliva a 25 miliardi considerando anche il volume d’affari estero), un valore aggiunto, ossia prodotto interno lordo dell’iniziativa, pari a 10 miliardi e una previsione di occupati, in termini di unità di lavoro equivalenti annue pari a 191.00. L’impatto economico a livello disaggregato è rappresentato in Tabella 1.
Tabella 1. – Impatto economico a livello disaggregato
Quanto illustrato esprime il potenziale impatto economico di un evento internazionale quale Expo 2015. L’impatto economico però non cade dal cielo! Per questo motivo gli attori istituzionali hanno preso come riferimento questo modello. Qui è arrivato il terzo concetto-chiave: gestione. L’obiettivo è stato quello di utilizzarlo per orientare le loro azioni e realizzare le condizioni necessarie che permettessero agli attori economici (imprese, associazioni di categoria, sindacati) e alla società nel suo complesso di concretizzare il potenziale economico. La figura 2. illustra le azioni intraprese dai vari attori istituzionali attraverso l’utilizzo del modello. Nello specifico, la piattaforma “IN Expo – Catalogo dei partecipanti” (un listino ampio e completo e suddiviso in categorie merceologiche di fornitori italiani consegnato ai Paesi partecipanti) è una iniziativa promossa da Expo 2015 S.p.A. e Camera di Commercio Milano per facilitare lo sviluppo commerciale relativo alle prestazioni di beni e servizi collegati alla realizzazione e gestione dei padiglioni esteri. La creazione del cartellone di eventi “Expo in città”, promosso dal Comune di Milano e da Camera di Commercio Milano, e della società di incoming turistico “Wonderful Expo-Explora S.C.p.A.” è finalizzata al sostegno dell’indotto turistico della manifestazione. Altre iniziative, come i “Tavoli Tematici”, promossi sempre da Camera di Commercio di Milano e finalizzati a stimolare l’imprenditorialità (ad oggi sono state censite 800 nuove imprese collegate a questa iniziativa), hanno l’obiettivo di incidere sulla legacy. Allo stesso modo, le iniziative già menzionate, “Wonderful Expo – Explora S.C.p.A.”, “Expo in città” “In Expo”, insieme alla piattaforma “Expo business matching”, promossa in partnership da Camera di Commercio Milano, Promos, Fiera Milano e PwC, hanno l’obiettivo di agevolare la creazione di effetti di lungo-termine collegati allo sviluppo relazioni commerciali con l’estero, alla valorizzazione del patrimonio immobiliare ed alla maggiore attrattività turistica post evento.
Figura 2. – L’utilizzo del modello di impatto economico di Expo 2015 per le finalità di gestione
Infine, un quarto ambito di attività e un quarto concetto chiave è stato aggiunto: monitorare. Il modello sarà infatti utilizzato per verificare periodicamente gli impatti economici realizzati. In questo caso l’obiettivo è di rendicontare e riportare con trasparenza e responsabilità, seguendo l’approccio virtuoso della public accountability.
Non era facile dunque rispondere alle domande iniziali, ma erano così importanti che insieme ci siamo riusciti. Oggi abbiamo finalmente un modello per l’analisi economica di una Esposizione Universale!
Alberto Dell’Acqua, SDA Bocconi School of Management
Riferimenti bibliografici
Baade, R., Matheson, V., (2002), “Bidding for the Olympics: Fool’s Gold?”, in Transatlantic Sport. Eds. Carlos Barros, Murad Ibrahim, and Stefan Szymanski. London: Edward Elgar Publishing, 2002, 127-51.
Blake, A., (2005), “The Economic Impact of the London 2012 Olympics”, Nottingham University Business School – Working Paper No. 2005/5.
Clark, G., (2010), “HOME TO BIG IDEAS: The Impact of Major Events on Inward Investment. London 2012 and The Thames Gateway”, Research report for Invest Thames Gateway.
Dell’Acqua A., Etro L.L. (a cura di) (2008), Expo Milano 2015. Un’analisi di impatto economico per il Sistema Paese ed i settori industriali italiani, SDA Bocconi.
Li, S., Blake, A., (2009),”Estimating Olympic-related Investment and Expenditure”, International Journal of Tourism Research, 11,4, 337-356.
Kontokosta, C., (2011), “The Price of victory: The impact of the Olympic Games on Residential Real Estate Markets”, Urban Studies, 49,5,961-978.
Senn L. (a cura di) (2010), Impatti economici di Expo 2015, CERTeT-Università Bocconi.