di: Daniele Di Gennaro
EyesReg, Vol.3, N.6 – Novembre 2013.
Negli ultimi anni in Italia, come nel resto dell’Unione Europea, le politiche di incentivazione all’innovazione e la Ricerca e Sviluppo (da ora in poi R&S) hanno ricoperto un ruolo determinante nel complesso delle azioni rivolte al miglioramento della competitività dei territori. Nonostante questa centralità sono ancora rari i casi di analisi sistematiche volte a valutare gli effetti tangibili di queste politiche. L’importanza della valutazione “ex post” di queste misure risulta evidente: in primo luogo, costituendo un trasferimento di capitale pubblico ad enti privati, esso, deve trovare giustificazione, oltre che su base teorica, nel raggiungimento di determinati target esplicitati negli strumenti di incentivazione; inoltre la valutazione permette di ridefinire e rimodulare periodicamente il sistema stesso degli incentivi, migliorandone le caratteristiche.
Questo breve saggio [1] si propone di effettuare un’analisi valutativa rivolta alla stima degli effetti che gli strumenti di incentivazione alla R&S erogati negli ultimi anni dalla Regione Umbria hanno avuto sulle capacità innovative e sull’attività delle imprese. Tale analisi è rivolta a determinare l’addizionalità, ovvero la capacità degli strumenti di generare ricerca, innovazione e, in un periodo più lungo, migliori performance economiche, in misura maggiore di quello che sarebbe accaduto in assenza di intervento. L’incentivo concesso è considerato quindi efficace se causa una variazione dell’innovazione o della competitività dell’impresa “addizionale”, ovvero maggiore a quella che sarebbe risultata in assenza di aiuto. La valutazione di addizionalità compiuta in questo lavoro è basata sul metodo di analisi “controfattuale”, che richiede la costruzione di uno “scenario controfattuale” tramite l’individuazione dei comportamenti delle imprese simili alle agevolate ma che non hanno ricevuto l’incentivo. Lo scenario “controfattuale”, ovvero la stima dei comportamenti che avrebbero tenuto le imprese incentivate in assenza di agevolazione, viene quindi costruito sulla base dei comportamenti di un gruppo di controllo costituito da imprese non agevolate.
Il problema fondamentale di questo approccio è legato alla presenza di effetti di selezione per cui le imprese che hanno beneficiato degli incentivi hanno, solitamente, caratteristiche differenti da quelle non li hanno ottenuti. Per ovviare a questa criticità, ovvero per controllare la presenza di effetti di selezione, si è fatto ricorso all’utilizzo di una tecnica statistica di analisi della causalità detta propensity score matching, utilizzando due specifici stimatori: il nearest neighbour matching ed il kernel matching.
Uno dei fondamentali aspetti innovativi del lavoro riguarda la scelta dell’area di applicazione. Infatti lo studio affronta il problema della valutazione degli strumenti regionali di incentivazione della R&S, ed è riferito alla Regione Umbria. Non sono molti gli studi di valutazione che affrontano gli effetti degli incentivi su una porzione del territorio nazionale, quale risulta essere per esempio la Regione Umbria, rispetto al numero molto più elevato di analisi rivolte a valutazioni di politiche pubbliche a livello nazionale. La principale difficoltà delle analisi svolte su scala regionale è legata ad una maggiore complessità nel reperimento dei dati (dovuto ad una minore estensione territoriale e, di conseguenza, un minor numero di imprese presenti, con la necessità di un lavoro di raccolta molto accurato). Queste criticità non hanno impedito lo svolgimento di una corretta valutazione degli effetti delle politiche pubbliche all’innovazione e la R&S e, al contrario, hanno contribuito a rendere maggiormente interessanti e innovativi i risultati ottenuti dalle stime considerata anche la ancora esigua letteratura disponibile al riguardo.
I dati
La valutazione obiettivo del presente lavoro ha richiesto preliminarmente la costruzione di una base dati contenente un numero soddisfacente di variabili di outcome. L’analisi dei bandi erogati dalla Regione Umbria nel periodo compreso tra il 2004 e il 2009 ha portato alla formazione di un campione costituito da 253 imprese incentivate. Le informazioni reperite sono state poi integrate con i dati di bilancio, forniti da Infocamere per gli anni 2004-2011, con le informazioni desumibili dai questionari somministrati alle imprese e con i micro-dati delle indagini ISTAT relative alla R&S. Per la predisposizione del campione controfattuale è stato stilato un elenco di 148 imprese selezionate attraverso il metodo del matching pairs di modo da individuare un campione di imprese simili a quelle del fattuale. I criteri scelti per compiere questa operazione sono stati: il numero di addetti, il fatturato, il settore economico, la localizzazione delle imprese, la redditività. Queste operazioni di studio dei bandi e di selezione attraverso il matching pairs hanno, quindi, permesso di costruire un dataset finale con un ampiezza di 401 imprese. Il processo di rilevazione dei dati e somministrazione dei questionari è stato possibile grazie al lavoro del Nucleo di Statistica e Valutazione degli Investimenti della Regione Umbria.
Risultati
La strategia di stima degli effetti degli incentivi ha riguardato la verifica degli effetti di addizionalità in termini di input (addetti in R&S) e di output (brevetti, presenza innovazione di processo o di prodotto) relativamente all’innovazione e alla R&S e delle performance economiche delle imprese (fatturato, produttività, profittabilità come ROI e ROE).
Tabella 1: Propensity score matching. Stima degli effetti degli incentivi alle imprese in Umbria
** Coeff. Significativo al 95% |
* Coeff. Significativo al 90% |
Per quanto riguarda gli input innovativi, i risultati confermano un’addizionalità per le imprese agevolate dagli incentivi (campione ‘trattato’). In particolare si osserva che le stesse hanno circa due addetti in più alla R&S rispetto alle imprese ‘non trattate’ e la quota di addetti alla R&S risulta il 20% più elevata. Inoltre, l’attività di R&S è presente nel 93% delle imprese trattate contro il 65% delle non trattate.
Per quanto riguarda gli output innovativi, i risultati presentano un’addizionalità statisticamente significativa abbastanza generalizzata, soprattutto per quanto riguarda l’innovazione di prodotto (+20%), di sistemi logistici e per quanto riguarda la difesa della proprietà intellettuale (in particolare per i brevetti, +30%).
I risultati della stima non evidenziano invece alcun effetto addizionale statisticamente significativo degli incentivi sulle performance delle imprese, se calcolate all’anno seguente la conclusione del progetto finanziato. Se si considerano gli effetti solo per i progetti conclusi nel 2007, al 2010 abbiamo risultati significativi seppur modesti solo per quanto riguarda alcune variabili di redditività. I risultati presentati confermano le conclusioni in Merito et al. (2007) che evidenziano un miglioramento temporaneo delle performance innovative ed assenza di significative differenze tra imprese che hanno goduto degli incentivi e le altre per quanto riguarda fatturato, produttività e performance in generale.
Discussione dei risultati e conclusioni
Le stime hanno evidenziato, quindi, un impatto addizionale sulle capacità innovative delle imprese, mentre non si sono riscontrati effetti significativi per quanto riguarda la performance. Questo ultimo punto, in particolare, ha richiesto un approfondimento sulle possibili cause che possono avere influenzato i nostri risultati. Una possibile causa potrebbe essere quella della limitata numerosità campionaria della base dati. L’elevata mole di dati utilizzati provenienti da fonti di diversa natura ha permesso di ottenere stime per un numero soddisfacente di variabili di outcome causando però una riduzione della numerosità campionaria ed una elevata variabilità degli effetti. Questo può avere influito sulla significatività degli effetti.
Una ulteriore causa di qualche rilevanza ha riguardato la presenza di incentivi nazionali e dell’UE tra le imprese considerate non agevolate. I questionari hanno infatti evidenziato la compresenza di incentivi somministrati da amministrazioni regionali, nazionali e dall’UE. Questo punto suggerisce l’esistenza di una possibile lieve sottostima dei risultati derivante dall’esistenza di incentivazioni nazionali ed europee per le imprese qui considerate “non agevolate”.
Infine, un fattore ritenuto importante anche dalla stessa Regione ha riguardato le modalità e le tempistiche di erogazione degli incentivi. Questo è il punto di principale interesse per i policy maker, in quanto direttamente riconducibile alla natura degli incentivi ed all’azione della Pubblica Amministrazione. Per comprendere in modo più diretto i problemi connessi agli incentivi pubblici sono state somministrate all’interno dei questionari una serie di domande che ci hanno permesso di comprendere il grado di soddisfacimento delle imprese circa gli strumenti di incentivazione.
Fonte: ns. elaborazioni dei questionari
La tabella mostra come le imprese umbre richiedano soprattutto tempi ridotti di approvazione/erogazione degli incentivi, certezza dell’ottenimento e semplicità nelle procedure degli stessi. Da notare come le imprese risultino invece particolarmente soddisfatte circa la modalità di assegnazione, le modalità e l’entità degli incentivi e l’azione della Pubblica Amministrazione. Gli aspetti procedurali possono quindi spiegare almeno in parte i risultati insoddisfacenti degli incentivi in termini di performance.
In sintesi, l’analisi svolta suggerisce come il ricorso a strumenti pubblici alla R&S anche a livello regionale sia in grado di fornire un’efficace slancio alle attività delle imprese, sebbene sia necessaria un’attività di revisione allo scopo di fornire soluzioni con modalità e tempistiche maggiormente aderenti alle richieste degli utilizzatori.
Daniele Di Gennaro, Università “La Sapienza”, Roma
Riferimenti Bibliografici
Merito, M., Giannangeli, S., Bonaccorsi, A. (2007), “Gli incentivi per la ricerca e lo sviluppo industriale stimolano la produttività della ricerca e la crescita delle imprese?”, L’Industria, 27(2), 221-241.
[1] Questo studio è avvenuto nell’ambito di un progetto di valutazione degli strumenti regionali di agevolazione della Regione Umbria, che ha quindi gentilmente messo a disposizione le proprie informazioni per l’analisi. Il progetto si è concluso nel 2012 con il Rapporto “La Valutazione degli aiuti alle imprese della Regione Umbria per le attività di ricerca e sviluppo”. Ringrazio il Prof. Guido Pellegrini per il contributo e gli spunti offerti nella preparazione di questo lavoro ed il Nucleo di Statistica e Valutazione degli Investimenti della Regione Umbria per il fondamentale apporto nel processo di rilevazione dei dati.